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Immagine del redattoreSalvatore Amorello

Ofelia Prodan - Finalista Premio Nabokov 2023


Foto Copertina

Ofelia Prodan


Nata in Romania, ma attualmente vive a Padova, esordisce editorialmente nel 2007 con la raccolta poetica Elefantul din patul meu (Premio per il Debutto dell’Associazione degli Scrittori di Bucarest, 2008).

Alla silloge hanno fatto seguito altre numerose tra cui due edite in Italia:


  • Elegie allucinogene (Edizioni Forme Libere - 2019) che ha ricevuto il Premio speciale del presidente della giuria nell’ambito del Premio Bologna in Lettere 2021;

  • Periodicamente ricicliamo cliché (Edizioni Ensemble - 2023) che ha ricevuto il Premio speciale Virginia Woolf per la poesia edita, nell’ambito del Premio Letterario Internazionale Nabokov 2023).


È stata invitata a numerosi festival letterari internazionali ed è stata inserita in varie antologie, tra cui Pour le prix de ma bouche. Poésie roumaine post-communiste (a cura di J.H. Mysjkin, Les éditions l’Arbre à paroles, Belgio, 2019), BorderLine 2000. Dieci autrici per un’antologia della poesia di oggi (a cura di D.D. Marin, Ratio et Revelatio, Romania, 2021), Rumänische Lyrikanthologie von den Anfängen bis heute, Band VII (a cura di C.W. Schenk, Dionysos, Boppard, Germania, 2024) e Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla rete (a cura di Alma Poesia, Puntoacapo Editrice, Italia, 2021). È membro dell’Unione degli Scrittori di Romania e del PEN Club Romania.



INTERVISTA ALL'AUTORE



Cosa ti ha ispirato a scrivere questa silloge di poesie?

 Un fatto che mi ossessionava fino all’esaurimento – il mio mondo interiore psichico e psicotico in relazione al mondo esterno che scoprivo giorno dopo giorno essere molto più psicotico e anarchico, rigurgitante di tendenze autodistruttive.

 

Qual è il tema centrale della raccolta?

La sopravvivenza dell’umano nel mondo moderno, dove tutto è in continua e accelerata trasformazione, in un delirio esistenziale, in una psicosi oscura fatta affiorare a galla dal subconscio ed esposta al lettore come in museo degli orrori del presente e del futuro.

 

C’è un filo conduttore che lega tutte le poesie della silloge?

Certo, c’è un filo conduttore, esso parte dalla presa di coscienza del caos nella mia mente che cerca di seguire un criterio osservando le persone con cui entra in contatto – il proprio partner associato all’androide Data, la psicologa psicotica, la capa ninfomane, la bionda dell’obitorio – e poi il mondo che si sta avviando inevitabilmente verso una catastrofe di proporzioni planetarie, una possibile guerra nucleare, poi un mondo che sopravvive, un mondo del futuro, popolato da esseri umanoidi mutanti, androidi e cyborg.

 

Come hai deciso il titolo della silloge?

Osservando il mondo sono giunta a una conclusione: periodicamente, ripetiamo gli errori del passato, i cliché storici; noi non ne traiamo insegnamento, non ricicliamo, ecco perché periodicamente ci cacciamo nelle stesse catastrofi di cui noi stessi siamo la causa. Il titolo quindi vuole essere ironico.

 

Hai esplorato nuovi stili o forme poetiche in questa silloge?

È esattamente ciò che mi sono proposta, accostandomi a una nuova forma di scrittura, a scatti, con fratture ritmiche, con ellissi, in un linguaggio scientifico, proprio delle scienze psicoanalitiche, ma anche di quelle esatte, come l’astronomia e la fisica, più quello di scenari fantascientifici.

 

 


SILLOGE FINALISTA PREMIO NABOKOV 2023




Copertina Libro

(Sinossi)


Ogni notte all’una qualcuno si sveglia, accende la luce, avvia il computer e si ricompone in un codice quasi fisico-chimico. Periodicamente, qualcuno ricicla cliché. Una guida di sopravvivenza del mondo interiore psicotico, analizzato dal soggetto-paziente stesso, con gli strumenti propri della psicanalisi, ma anche delle scienze esatte. Un dialogo continuo con il partner amato, a mo’ di leitmotiv, l’androide Data del Star Trek, con la psicologa psicopatica, in realtà un dialogo con sé stessi, sincopato, in un corto circuito da piccole rivelazioni di stati alterati di coscienza che si trasformano in un monologo espositivo di una società post-umana in imminente declino fino all’autodistruzione, sotto lo sguardo impassibile dello stesso androide Data. Una biblioteca virtuale. Una possibile guerra nucleare. Gli ultimo sopravvissuti. Segnali impercettibili. Il virus. L’androide Data raccoglie le ultime testimonianze sulla nostra esistenza e le trasmette a un pilota cyborg. E se la destinazione fosse un altro pianeta, quali osservazioni archivierebbe per prime?      

 


 

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