Mirko Boncaldo
Mirko Boncaldo è nato nel paese di Emilio Isgrò, ha sempre 25 anni, ed ha studiato Lettere Moderne e Semiotica presso l’Università di Bologna.
Vive a Bologna ed organizza viaggi nel futuro e si interessa di tematiche di genere e ambientali. E’ autore della silloge Senza Titoli. Sovversi (2022), Transeuropa Edizioni, finalista al premio Internazionale Nabokov e al premio Lorenzo Montano, selezionata al Premio Città di Como e al Premio Tirinnanzi.
Ha appena terminato di scrivere Senzanome e sta lavorando a Grido diafano di un punkettone estinto. Suoi versi sono stati pubblicati nell’antologia Una poesia al giorno del marchio Affiori della Giulio Perrone Editore, sulle riviste letterarie International Poetry Review, Italian Poetry Review, Il Segnale, Recours au poème, Frequenze Poetiche, Distruttori di Terre, Articoli Liberi, CedroMag, Rivista Blam e sui blog letterari, L’Estroverso, Carte Sensibili, Poesia Ultracontemporanea, Versante Ripido, Neutopia, Zibaldoni e altre meraviglie, L’Equivoco, Limina Mundi, Tap into Poetry, Radura Poetica, L’Incendiario, Margutte, L’Altrove – Appunti di Poesia, Hook Literary Magazine, Il Giardino dei Poeti, Collettivo Culturale Tutto Mondo, ed altri. Sue poesie sono state tradotte in francese e inglese.
Ha partecipato agli eventi “Un Ponte di Parole”, organizzati dall’associazione culturale ARB di Messina, tenutisi nel Maggio 2023, in occasione del Maggio dei Libri, e nel Settembre 2023, a cui hanno preso parte anche Marietta Salvo, Nadia Terranova, Mario Falcone, Michele Ainis, Lelio Bonaccorso.
INTERVISTA ALL'AUTORE
Cosa ti ha ispirato a scrivere questa silloge di poesie?
Mi sembrava che una voce a certe istanze nel contemporaneo contesto poetico fosse soffocata, o almeno questo è stato il sentore, per tanto avevo necessità di trovare l’adeguata forma a un certo sedimento, provare a farlo emergere. E così come un urlo muto, rimosso, col bisogno di scuotere, ditrovare un dialogo con l’attualità, la scrittura non poteva più essere somatica, avevo la necessità di dare aperture.
Qual è il tema centrale della raccolta?
Per quanto frammentario, il libro ha un centro d’attrazione: tale centro non è fisso, si sposta per la pressione delle istanze della composizione, sidecentra. Non credo si possa collocare la raccolta in una definizione canonica, dogmatica, anzi, è proprio l’opposto, è un testo con un’anima anarcoide, umana che cerca di scardinare certe pose e l’aura altisonante sotto il cui velo, pare, ci sia la poesia. Vi è senza dubbio impresso il rapporto con la memoria, con la vita, il tentativo di rianimare dei valori in un contesto culturale egemone repressivo, grottesco, in loop, decesso.
C’è un filo conduttore che lega tutte le poesie della silloge?
La definirei una scrittura asistemica/asistematica. Vi sono certamente dei rimandi interni, ma il segreto è nel filo scoperto delle libere associazioni che si ammatassa e offre lievi scosse, come in quelle concatenazioni rizomatiche care a Deleuze. Vorrei avere la libertà di lasciare in divenire questa risposta e dare spazio al lettore su questo. La scrittura da sè si traversa, io sono dovuto intervenire contradditoriamente su due fronti, per rispondere a due nemici contraddittori: il tempo e l’ordine. L’opera come ebbe a dire Rimbaud a sua madre significa «letteralmente e in tutti sensi», ma anche no.
Come hai deciso il titolo della silloge?
Non credo lo si possa definire un titolo, la raccolta ruota intorno a questa scelta politica. Il testo reclamava il proprio topos a dispetto della titolarità autoriale, a dispetto dell’indicizzazione forte che guiderebbe paternalisticamente al lettore come dover leggere, quindi dell’autorità e di chi crede che la poesia debba essere per una aristocrazia. Anche i testi sono privi di titoli, così come le soggettività stesse all’interno di essi sono scisse dall’autore, anche nei segni che più gli si avvicinano. Le poesie, anche emergendo come da una coltre rarefatta, hanno tratti ben distinti, attraverso cui sarebbe possibile richiamare un “titolo”, un “tema”, chi legge è libero di farlo. Il tentativo è quello di rendere partecipe il lettore oltre a trasgredire alcuni aspetti che sembrano essersi cristallizzati nelle scritture, o nell’accezione di testo poetico. Non so se ci sono riuscito.
SAGGIO FINALISTA PREMIO NABOKOV 2023
Senza Titoli.
Sovversi
(Sinossi)
Poesia elettrica al battere di denti.
Il sensismo e il sentimentalismo sono banditi dalla poesia di Boncaldo: nessun “mero fatto” viene esaurito in una descrizione.Qui il linguaggio gioca una partita contro sé stesso, i suoi limiti, per far emergere l’illimitato, o se vogliamo l’irriducibilità dell’essere al contenuto di una proposizione.Climax di versi indomiti, ascesa da atmosfere rarefatte, anche ironiche, che addensano l’espressività in una deriva che frange gli io, la parola, fino a perdere ogni referente.(Nota biografica)
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