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Immagine del redattoreSalvatore Amorello

Donatella Rabiti - Finalista Premio Nabokov 2023


Foto Copertina

Donatella Rabiti


Donatella Rabiti è docente di Lettere a Forlì. Ha pubblicato articoli, racconti e poesie su riviste online. Diversi suoi testi, in prosa e in versi, sono stati segnalati in concorsi letterari nazionali e pubblicati in antologie cartacee.


Nel 2022 ha pubblicato il romanzo La tentazione della scrittura. Memorie dall’Appennino, Calamaro Edizioni, Finalista al Premio Nabokov 2023 e Menzione Speciale del Premio Letterario Nazionale Ipazia 2024.

Da febbraio 2024 collabora con Il Giornale Letterario del Premio Nabokov.



INTERVISTA ALL'AUTORE



Come hai scelto il titolo del romanzo?

Tanti anni fa, pensando se mai un giorno avrei iniziato a scrivere, mi venne in mente questo titolo. Mi chiesi se sarei arrivata, prima o poi, a cedere a quella tentazione che da sempre sentivo dentro di me, di lasciarmi andare alla voglia di scrivere. Quando, in seguito, ho iniziato a lavorare a questo romanzo, ho capito che uno dei personaggi principali della storia, Anna, aveva scelto al mio posto, e aveva deciso di scrivere il memoriale dei suoi ricordi di adolescente. Io non ho fatto altro che seguire i suoi pensieri, le sue emozioni, gioie e angosce e narrarle in forma scritta. In fondo scrivere è proprio questo, usare le parole per raccontare il mondo e noi stessi, utilizzando quei pochi segni grafici, le lettere, che da migliaia di anni costituiscono il nostro alfabeto e uniti in infinite combinazioni testimoniano la traccia del passaggio di esseri pensanti sulla terra. Oggi posso dire di non essermi pentita di avere detto di sì alla tentazione della scrittura.


Come hai scelto l’ambientazione del romanzo?

Sono un’insegnate di Lettere di un istituto superiore e cerco sempre di documentarmi, soprattutto attraverso la lettura di saggi storici, per riuscire a trasmettere ai miei studenti l’interesse e la passione per la conoscenza storica. La storia del ‘900 è fondamentale per sapersi orientare tra gli avvenimenti del presente. In particolare, l’ultimo conflitto mondiale ha rappresentato una tragedia che ha toccato milioni di persone, lasciando lacerazioni e sofferenze uniche nella storia dell’umanità. I fatti che sono successi lungo la linea Gotica dei nostri Appennini dal ‘43 al ‘45, durante quella che qualche storico ha definito una guerra civile combattuta tra partigiani e nazifascisti, mi hanno sempre colpito per la loro atrocità e violenza gratuite. Inoltre, i racconti orali di ciò che la popolazione del crinale appenninico ha sofferto in quel periodo li ho ascoltati direttamente dalla voce narrante dei miei nonni, originari di piccoli paesi dell’Appennino tosco-romagnolo. Questi ricordi familiari hanno contribuito a farmi scegliere l’ambientazione geografica e storica per il mio romanzo, anche se i personaggi e la loro storia sono completamente inventati.


C’è un passo del libro che preferisci rispetto ad altri?

Sì, ce n’è uno in particolare, che riassume in poche righe l’ispirazione primigenia di tutta la storia che Anna mette per iscritto nel suo memoriale, la spinta che l’ha portata a raccontare, alla fine della sua vita, fatti e circostanze che ha tenuto segreti a tutti fino a quel momento. E’ il seguente: Perché è questo che voglio: restituire il respiro, la voce, la vita a chi da tempo non c’è più. Riaverli qui, di fronte a me. Solo con la parola scritta posso richiamarli in vita e salvare la loro storia

Ho ritenuto fondamentale, a un certo punto del romanzo, ricordare a me stessa e a chi vorrà leggere il mio lavoro che la scrittura è uno dei mezzi più potenti che abbiamo per salvare storie nascoste, dimenticate e le esistenze delle donne e degli uomini che le hanno vissute.

 

Come hai scelto il punto di vista narrativo del romanzo?

Ho scelto un doppio punto di vista, dell’autrice del memoriale, Anna Perlasi, scomparsa da tempo al momento della scoperta del piccolo manoscritto nell’archivio comunale di Virtignana (nome inventato di un paese montano) e Virginia, che nel presente legge le parole scritte dalla nonna. All’interno del romanzo si alternano i due punti di vista, riconoscibili dal diverso font tipografico, in corsivo quando sono riprodotte le pagine del memoriale e la focalizzazione interna di Anna. I pensieri e le azioni di Virginia sono raccontate da una voce narrativa esterna alla storia, che riporta comunque il punto di vista della ragazza. Questi due personaggi femminili sono il perno attorno a cui ruota tutta la storia che ho costruito. Non potevo fare a meno di entrare dentro alla mente, al cuore e all’anima di queste due donne speciali, dal temperamento forte e fragile al contempo e quindi ho deciso di non privilegiare un solo punto di vista, ma entrambi.


Qual è la cosa più importante che speri i lettori portino via dal tuo libro?

A mio parere, ogni libro ben scritto dovrebbe suscitare in chi lo legge sensazioni, far nascere riflessioni, aprire nuove prospettive sulla realtà, che possono anche rivelarsi non positive,  spiacevoli, e magari non erano state colte al momento della stesura dallo stesso autore. Mi piace credere che possa succedere questo anche a chi leggerà il mio romanzo e che giunto al termine dell’ultima pagina possa dire: “questo libro mi ha regalato emozioni”. Ecco, se capitasse questo potrei dire di avere creato una vera opera letteraria.

 

 


ROMANZO FINALISTA PREMIO NABOKOV 2023




Copertina Libro

(Sinossi)


I ricordi di Anna, adolescente allo scoppio della seconda guerra mondiale, sono scoperti dalla nipote Virginia sotto forma di memoriale nell’archivio del proprio piccolo paese appenninico. La narrazione, scritta nella primavera del 2006, poco prima della morte dell’autrice, alterna tre piani temporali: il presente di Virginia, l’anno in cui Anna scrive il memoriale, il periodo del conflitto mondiale a cui risalgono i ricordi trascritti.

Temi centrali sono: il coraggio di scegliere la libertà nell’epoca di una dittatura, la volontà di un’adolescente di capire cosa si nasconde dietro la tragica scomparsa della sua più grande amica, l’amore tra il figlio di un capo fascista e la figlia di un antifascista, il rapporto ricostituito tra una madre e una figlia dopo anni di incomprensioni.

Questo memoriale ritrovato per caso permette alla giovane che lo legge di porsi delle domande sull’importanza di seguire fino in fondo i propri sogni e di guardare attraverso una diversa prospettiva alle vicende personali che vive nel presente, costruendo nuove basi per il proprio progetto di vita.

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