Stefania Giammillaro - Premio Virginia Woolf - Premio Nabokov 2024
- Salvatore Amorello
- 18 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 19 apr

Stefania Giammillaro
Stefania Giammillaro (Messina, 1987). Avvocato e Dottore di ricerca in Diritto Processuale Civile (UniPi).
Ha pubblicato:
Metamorfosi dei Silenzi, Edas, 2017, L’Ottava Nota – Sinfonie Poetiche, Ensemble, 2021 ed Errata Complice, PeQuod, 2024. Performer poetico–teatrale,
Cura gli eventi letterari presso il Caffè Letterario Volta Pagina di Pisa e la Libreria Civico 14 di Marina di Pisa, presso quest’ultima organizza la Rassegna Poetica Un (A)Mare di Versi Dialoghi D’Autore.
Fa parte della redazione de Lit-blog “Finestre de L’Irregolare” nel quale cura una rubrica dal titolo “Poesia all’Opera” dove mette a confronto la poesia, l’opera lirica e la filosofia. Suoi inediti sono stati pubblicati su La Repubblica, nella rubrica La Bottega della Poesia, (Bari, Napoli e Torino) e sui Blog: Inverso–Giornale di Poesia, LaRosainPiù, VersoLibero, LeParolediFedro, PoetiOggi, FaraPoesia, VersanteRipido, Centro Cultural Tina Modotti. Un suo inedito in vernacolo siciliano Riccillu ò mari è presente sull’ultimo numero di Bubble’s Italia Magazine, eletta tra le riviste più belle del mondo, nella rubrica “La terra della Poesia”, curata da Davi d La Mantia.
Fa parte di diverse Antologie delle quali si ricorda Riflessi-Rassegna Critica alla Poesia Contemporanea, Edizioni Progetto Cultura 2023, e Dark way of Sicily – Voci Black, ilglomerulodisale 2024. E’ presente nell’Antologia di poeti contemporanei siciliani. Vent'anni dopo il Duemila vol.5, pubblicata e curata da José Russotti e nel Volume Secolo Donna 2024, pubblicato Macabor editore.
L’ultima silloge Errata Complice ha ricevuto numerosissime recensioni e segnalazioni su Blog e Riviste letterarie, tra le quali si annovera la nota apparsa su “La Lettura”, appendice del Corriere della Sera a firma di Franco Manzoni. Con Errata Complice ha conseguito il premio speciale della giuria intitolato a Virginia Woolf alla XIX edizione del Premio Nabokov e si è classificata al primo posto alla sesta edizione Premio Letterario Nazionale “Città di Grosseto – Amori sui generis”.
INTERVISTA ALL'AUTRICE
Qual è il tema centrale della raccolta?
Il tema centrale di “Errata Complice” è la dipendenza affettiva nelle relazioni tossiche, dispiegandosi attraverso un’indagine dal sapore poetico, che non si limita alla denuncia di una piaga sociale, ma alla consapevolezza di meccanismi non-sani, nei quali ci troviamo imprigionati. Ci si trova soffocati dentro ellissi di delirio e sopraffazione perdendo di vista la propria centratura e impedendo la salvezza racchiusa in un momento di stasi, indispensabile per rispondere alla domanda: “perché non riesco ad allontanarmi dalla fonte di dolore?”. Per provare a rispondere, mi permetto di citare un famoso passo dello straordinario Rilke tratto da Lettere ad un giovane poeta (Mondadori, 2019): “Sii paziente verso tutto ciòche è irrisolto nel tuo cuore e…cerca di amare le domande, che sono simili astanze chiuse a chiave e a libri scrittiin una lingua straniera.Non cercare ora le risposte che possono esserti datepoiché non saresti capace di convivere con esse.E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,di vivere fino al lontanogiorno in cui avrai la risposta.
Come hai deciso il titolo della silloge?
Il titolo della silloge è arrivato dopo il prendere forma della stessa. Tutto è stato scelto con cura e con una motivazione specifica, compreso il colore della copertina “viola” non a caso il colore associato alla Quaresima, ma niente è stato deciso, premeditato: è stato un progressivo accogliere.
Il titolo è stata una folgorazione, ad esempio, mentre meditavo cosa potesse coniugare l’errore di proseguire, più che imbattersi (prima di conoscere non si può sapere), in una relazione tossica, con la complicità di chi è sì, vittima, ma anche carnefice di se stesso. Allora si è palesata “Errata Complice” mutuando dalla locuzione latina “Errata Corrige”. Al riguardo ho il piacere di riportare quanto di puntuale e prezioso ha scritto Patrizia Sardisco sul Blog “LaRosaInPiù”: “[…] il titolo della raccolta innesca una oscillazione semantica decisamente fertile: gli errata, infatti, che come è noto nel lessico tipografico indicano una lista di parole sbagliate, gli errori, richiamano immediata l’idea di una loro pronta e puntuale correzione; e invece qui non si legge corrige ma, enigmatica e terribile, la parola complice. Ed ecco servito il primo calembour, ecco venire in luce, prima ancora di aprirne le pagine, la cifra retorica che caratterizza in modo peculiare le poesie di questo libro: l’allusione, l’ironia, l’ossimoro, il gioco di parole, lo slittamento che spiazzando spingono il lettore a un movimento interpretativo, e quindi a non rimanere sulla soglia, sulla pura superficie delle parole, ma a entrare attivamente nel circolo ermeneutico, e non tanto per uscirne vittorioso con la “chiave” che si suppone giusta, univoca, quanto per restarvi “bene dentro”, come scriveva Heidegger, in ascolto, accorgendosi, come reiteratamente invita a fare Stefania Giammillaro.”
Quali emozioni o riflessioni speri di suscitare nei lettori?
Come poc’anzi riferito, “Errata Complice” è venuta al mondo da sé per uno scopo preciso che sapevo di dover accogliere, ma sto scoprendo e conoscendo la ragione di questa nascita nel tempo del suo cammino, attraverso il ritorno dei lettori, attraverso le numerose, graditissime recensioni finora conseguite, gli occhi lucidi e le impressioni raccolte durante le presentazioni: è una ricchezza che si rinnova attraverso il messaggio di consapevolezza nell’amore per se stessi che Errata si propone di veicolare. Bisogna trovare la chiave per amare l’altro nel modo più giusto per se stessi, per questo Errata Complice è dedicato “a chi ama troppo”.
Come trovi l'ispirazione per le tue poesie?
Riagganciandomi a quanto finora detto con particolare riguardo alla mia ultima silloge “Errata Complice”, posso affermare che non sono io a trovare l’ispirazione, ma è l’ispirazione che viene a trovarmi. Spero di non essere fraintesa, non lo dico per vanto, ma descrivo quanto accade nella mia vita da quando ho otto anni. È stata una maturazione progressiva, ma pressoché sempre inspiegabile: sai che devi scrivere, ma non sai perché. Sai che devi assecondare quella determinata urgenza che si impone. È come vivere in una dimensione “altra” che ti detta di vivere per una data “ragione” e tu ne sei solo strumento e tramite, sebbene con l’incombenza di adoperarti per essere il migliore strumento e tramite.
Qual è stata la reazione del pubblico e della critica?
Un po’ mi imbarazza parlarne, anche perché devo ammettere che non mi sarei mai aspettata, neanche tra le più rosee aspettative, tutto il seguito che ha in questi mesi raccolto Errata Complice, “semplicemente” con la sua testimonianza poetica nel sociale; ma approfitto di questa domanda per rinnovare il mio grazie più sentito e profondo alle oltre venti tra segnalazioni, recensioni, note critiche e di lettura che hanno avuto come destinatario inconsapevole e privilegiato “Errata Complice”. Con l’occasione ringrazio anche tutta la giuria del Premio Nabokov per il Premio Speciale intitolato alla magnifica Virginia Woolf , nonché la giuria del Premio Letterario Città di Grosseto “Amori sui generis” per il primo posto assegnatomi per la poesia edita. Credo che l’autenticità nello scrivere e per lo scrivere paghi sempre.
ROMANZO FINALISTA PREMIO NABOKOV 2024
«Oscura" è la definizione che darei della poesia di Stefania Giammillaro, intendendo con tale aggettivo sottolineare non solo la qualità predominante di un teatro mentale ossessionato da una dolente esperienza autobiografica; ma anche la caratteristica formale della sua trasposizione in versi lessicalmente drammatici (vi ricorrono sostantivi quali: 'coltello', 'stimmate', 'spine', espressioni quali: 'gomiti viola', 'grumi di sangue'; e tanti verbi attinenti alla violenza fisica), e spesso alogici per la presenza di simboli e immagini inusitate (in rapporto ad una tematica sempre più sfruttata), a meno che non si dia credito alla supposizione che nello spazio fra i termini accostati, come sembrerebbe, forzosamente, si celi in realtà il molto del non-detto per una sorta di pudore dell'autrice, che, censurati i termini frammezzo, espliciti gli estremi di un ricordo udibile per intero solo da parte di chi provi ad afferrarlo con uno slancio d'immaginazione»
dalla prefazione di Franca Alaimo
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