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Antonina Nocera - Premio Della Giuria - Premio Nabokov 2024

Aggiornamento: 4 ore fa


Antonina Nocera

Antonina Nocera


Antonina Nocera vive a Palermo dove svolge la professione di insegnante di letteratura italiana e latino. Saggista nell’ambito della critica letteraria, ha pubblicato una monografia dal titolo “Angeli sigillati. I Bambini e la sofferenza nell’opera di F.M. Dostoevskij.(FrancoAngeli, 2010 Finalista al Premio  Carver  2022), “Metafisica del sottosuolo –Biologia della verità fra Sciascia e Dostoevskij” (Divergenze, 2020 Finalista al premio Carver 2021 con Metafisica del sottosuolo e al premio Etnabook 2021),” A San Pietroburgo con Dostoevskij. La città di carta e di sogni” (Giulio Perrone Editore 2024).


Il saggio “AA.VV. Il poema del Grande Inquisitore: fra Teodicea e Modernità” (Castelvecchi 2023); il saggio” Di Tragica intimità: Marina Cvetaeva e Sonja Golliday in “AA.VV, Tra amiche” (Les Flaneurs edizioni 2023), Il saggio “Ti dirò menzogne simili al vero”. L’impostura come disvelamento in Leonardo Sciascia in AA.VV. Dialoghi sul Mediterraneo (Jouvence, Mimesis 2024), il saggio Una mosca e una lacrima” . La sofferenza degli animali ne Le piccole persone di A.M Ortese attraverso la lente di Luigi Pareyson in AA.VV, (Iacobelli 2025) Per il periodico “Il Vascello”: “Un dissidente candore: la parola di Sciascia, ieri e oggi”(2021) .Ha pubblicato vari racconti in antologie letterarie oltre a contributi critici su riviste specializzate come Kaiak-A philosophical Journey, Il Maradagàl, Kainos, Antinomie, Limina, Kobo, e in russo per la rivista russa Язык и текст (language and text). Gestisce il blog letterario Bibliovorax (www.bibliovorax.it) è direttrice editoriale della rivista Augeo -quaderno di scienze umane- (Divergenze), scrive sulla pagina “Cultura Italia- Russia”, dedicata alla divulgazione della cultura e della letteratura russa


 


INTERVISTA ALL'AUTRICE



 

Quali sono stati i tuoi punti di riferimento letterari durante la stesura?

I miei punti di riferimento sono stati alcuni maestri sacri della saggistica di area slavistica come Angelo Maria Ripellino e il suo libro Praga magica, che coniuga, nella forma ibrida del saggio-romanzo, il rigore del saggio critico alle molteplici possibilità della narrazione. È preponderante, in tal senso, il riferimento alla letteratura della flânerie da Poe e Baudelaire fino alla più moderna piscogeografia, dove la città diviene non solo il luogo di incrocio tra le sensazioni, i sogni, le riflessioni del narratore itinerante ma vero e proprio personaggio che interagisce con i personaggi.

 

Qual è stato il tuo processo di scrittura per questo saggio? 

Per quanto riguarda l’impianto saggistico mi sono concentrata sui tanti aspetti del romanzo dostoevskiano che ruotavano attorno al tema della città di Pietroburgo.  Ho selezionato alcuni romanzi in particolare come Delitto e Castigo e Memorie dal sottosuolo, Il sosia, per tracciare una mappa letteraria e semantica del percorso dei personaggi all’interno dei meandri urbani, per rintracciare tutte le connessioni tra il testo e la città.  Ho poi intrecciato a questo impianto la mia personale esperienza di studiosa alla ricerca delle tracce del romanzo, con uno sguardo da flâneuse che cammina, annota, riflette.  Il percorso del libro è  esso stesso un viaggio da percorrere seguendo le pietre di inciampo di tappe fondamentali come la casa museo nel vicolo che fu l’ultima casa della famiglia Dostoevskij, oppure la rassegna dei disegni dostoevskiani presenti nei taccuini che ripropongono una visione “onirica” della città, sospesa tra i raggi obliqui del sole al tramonto, il lungomare Fontanka e i vicoli malfamati dell’antico quartiere Lavra. Dall’intreccio di questi tre movimenti, è scaturita quella polifonia di scrittura che ha reso la scrittura complessa, stratificata,  ma estremamente piacevole.

 

C'è un passaggio del libro che preferisci rispetto agli altri?

La parte che amo è quella del memoir: ho vissuto alcuni particolari momenti della vita pietroburghese sulla mia pelle, come  le passeggiate a perdifiato nel lungomare Fontanka, o le cupole dorate al tramonto.  In quel momento la dimensione psicologica di personaggi come l’impiegato Goljadkin ne Il sosia e quello di Memorie del sottosuolo, si riverberavano completamente nella mia esperienza vissuta creando dei momenti di connessione irripetibili. Su tutti, quando le mie dita ghiacciavano al freddo gelido dell’inverno russo, e potevo solo sperare di non affondare nella neve “fradicia” come la chiama Dostoevskij. Questa parte narrativa mi ha stimolato tantissimo poiché mi ha concesso di diversificare, anche stilisticamente, i piani del libro.

 

Qual è la cosa più importante che speri i lettori portino via dal tuo libro?

Il desiderio di esplorare  e perdersi, dentro il romanzo dostoevskiano, dentro la città reale, dentro la meravigliosa esperienza della letteratura russa. L’idea che la scrittura può innescare viaggi della mente prima che fisici e che possa connetterci con mondi lontanissimi che in qualche modo “ci chiamano”. E poi la possibilità di maneggiare un libro multiforme  che può essere memoir, mappa letteraria per visitare la città , saggio di critica letteraria.

 

Come bilanci la scrittura con altri impegni quotidiani

Grazie per questa domanda, non sempre è facile parlare di tutto quello che sta a monte della realizzazione di un libro e dei sacrifici che sono necessari per ritagliarsi del tempo per scrivere. Non è facile, ma quando la scrittura è un’urgenza, una necessità, si scrive sempre anche quando non si scrive. Contemperare lavoro, famiglia e tempo libero con questa attività è un’operazione funambolica, e si rischia di allungare  oltremodo i tempi editoriali. Per me è fondamentale avere un’idea che funziona e che regge il peso delle trama.  Il resto, prima o poi viene fuori, anche nei momenti più impensati.




SAGGIO FINALISTA PREMIO NABOKOV 2024




Copertina Libro


 Esplorare Pietroburgo, attraverso lo sguardo di Dostoevskij e dei personaggi dei suoi romanzi, è un’esperienza che richiede una visione multipla, un approccio aperto a molteplici strati di memorie e discorsi. San Pietroburgo è il frutto di un progetto grandioso, voluto dallo zar Pietro I, dove letteratura, vita e storia si intrecciano indissolubilmente in una densissima materia. In questo lavoro, a metà tra saggio, memoir, romanzo, Antonina Nocera percorre un cammino a ritroso, compiuto con il piglio della studiosa e della flâneuse: un’indagine che attinge alla memoria personale dell’esperienza pietroburghese, si intreccia con le tappe tracciate da Raskol’nikov in Delitto e Castigo e da altri personaggi dei romanzi di Dostoevskij in cui la città entra nel testo come elemento vivente, col suo gravame di pensieri e con la sua bellezza vaporosa, onirica. In questa nuova mappa di Pietroburgo, arricchita dall’intervista in appendice ad Aleksej Dostoevskij, pronipote del grande scrittore, e piena di cortocircuiti tra passato e presente, è inevitabile incontrare la polifonia del grande romanzo dostoevskiano, intrecciata alla magia di un luogo che ancora oggi ne conserva le tracce, i segni, i misteri. 

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